“Ritorno al futuro” la perla della Val Brenton

Pubblicato il Pubblicato in ghiaccio, Le nostre vie

 

La val del Mis è il sogno proibito di molti ghiacciatori, cascate belle, ambiente selvaggio e avvicinamento comodo rappresentano gli ingredienti perfetti per fare di questa valle una mecca dell’ice climbing. Putroppo la bassa quota e le temperature sempre più alte degli ultimi inverni hanno reso quasi impossibile la formazione delle cascate. L’ultima glaciazione della valle è avvenuta nel 2017, le condizioni erano ottime e durante i fine settimana la valle si riempiva di rampeghini a caccia di ghiaccioli. Le cascate del fondovalle offrono dei bellissimi itinerari di grande soddisfazione ma il sogno proibito era lassù in cima alla Val Brenton. Una colonna sospesa su una ripida placca al centro di un anfiteatro che domina tutta la valle, semplicemente fantastica ma dannatamente lontana, dura e precaria…

Dato che le condizioni sembravano buone e visto che dopo le varie stagioni patagoniche i lunghi avvicinamenti non mi spaventano più, decido che era il caso almeno di andare a vedere da vicino quella meraviglia. Detto fatto, coinvolgo ICEMAN Patrick e ci addentriamo sul sentiero che porta in fondo alla Val Brenton dove troviamo un bel circo roccioso con delle belle cascate che portano a un canale che sale verso il nostro obiettivo che sta almeno 600 metri più in alto!!! Iniziamo a far tiri su per questo bel canyon ghiacciato ma più saliamo più acqua corre sotto il ghiaccio, troviamo delle pozze sempre più grandi da superare e alla fine il nostro tentativo si conclude miseramente con un bel bagnetto nell’acqua fresca!!!

Dopo alcuni giorni il tarlo di quella cascata continua a mangiarmi la testa e così decido di riprovarci. Stavolta chiedo consiglio a uno dei folletti dei Monti del Sole che mi indica il “troi” da seguire per arrivare sopra la cascata invece che sotto, a volte bisogna guardare le cose da un altro punto di vista…

Questa volte mi accompagna il “bocia” Francesco, saliamo veloci su per la Val Falcina senza neve con delle vedute spettacolari sul Pizzoc e in due ore e mezza siamo proprio sul canalino sopra la cascata. Una bella cencgia ci porta su dei pendii mugosi a sinistra della cascata e da lì finalmente la vediamo in tutto il suo splendore. Provo un mix di attrazione e timore, da un lato non vedo l’ora di metterci le becche, dall’altro la candela al centro della colata mi sembra molto ma molto esile, ma ormai siamo qui e dopo tutta questa ravanata vogliamo almeno provarci. Con due doppie da 60 siamo alla base, studiamo bene dove sia meglio salire per raggiungere la base della candela e decido di salire una linea sulla sinistra. Saliamo due tiri belli sostenuti su meduse e colonnine e arrivo alla base della colonna, mentre Franz arriva in sosta studio con attenzione la struttura che ho sopra la testa: la base non è più larga di 50 cm e la candela è staccata dalla roccia per almeno 20 mt, in più piscia un sacco… niente non me la sento, troppo precaria per me. A malincuore decidiamo di scendere, ci aspetta una bella ravanata su per i mughi per tornare sulla cengia e poi sul canale che ci riporta sulla cengia. Siamo un po’ delusi ma allo stesso tempo contenti di aver trovato l’accesso giusto… adesso bisogna solo aspettare le condizioni giuste.

Passa anche l’inverno 2018 senza cascate in val del Mis e poi a dicembre prima di partire per la Patagonia faccio un giro al Valdo e vedo che la cascata si sta già formando. Durante i giorni di attesa bloccato dal maltempo a El chalten continuano ad arrivare notizie di condizioni eccezionali in dolomiti con un susseguirsi di nuove bellissime linee mai formate prima. Ho paura di vedere pubblicata anche la perla della Val Brenton, ma per fortuna tutto tace… appena rientrato nonostante i mille impegni tra lavoro, trasloco e doveri familiari salta fuori una giornata, chiamo Francesco e vamos!! Saliamo veloci per il sentiero e ci ritroviamo ancora sulla forcella sopra il canale, stavolta ci sono almeno 30 cm di neve. Con una doppia siamo sulla cengia sopra la cascata ma stavolta decidiamo di non scendere il pendio a sinistra, troppa neve. Raggiungiamo l’uscita della cascata con una breve doppia e qui troviamo la brutta sorpresa, gli ultimi venti metri sono completamenti aperti e ci scorre sotto un torrente d’acqua, troppo caldo! Sui lati il ghiaccio è buono e quindi decido di continuare a scendere per valutare se la cascata si possa salire. Facendo numeri per non rimanere appeso nel vuoto scendo per 55 metri fino al punto più alto raggiunto nel tentativo precedente. Quest’anno con la neve la candela è molto più grossa, ma è sempre molto bagnata e l’uscita e scollata, per fortuna a destra si è formata un’altra colonna che sembra ben saldata alla roccia. Visto l’orario e le temperature decidiamo di non rifare i primi due tiri e di partire dalla fine della doppia. Con un bel tiro delicato di 30 mt arrivo a una nicchia dove riesco a fare una buona sosta su ghiaccio, recupero il Franz e riparto verso l’uscita, ogni singolo colpo rimbonba dentro e fuori della colata, sento l’acqua che scorre sempre più impetuosa dietro il ghiaccio, ci caghiamo un po’ sopra ma alla fine raggiungo l’abalakov che avevo fatto per la calata, salvi!! Ancora un divertente tiro di misto e siamo fuori, super contenti per questa nuova avventura. Risaliamo il canale stanchi ma con l’adrenalina a mille e poi torniamo a valle per andare a berci la meritata birra da Bacheti!!! Rimane per la prossima volta la salita integrale dal basso, ma per quest’anno va bene così, in questo febbraio che sembra già aprile è già ora di tirar fuori le scarpette!!!