“Menti Dementi” sulla Lastia

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L’estate 2018 non verrà certo ricordata per la stabilità del tempo, l’anticiclone è andato in ferie da qualche parte del mondo lasciando il posto ai simpatici temporali che praticamente ogni giorno arrivano a rovinare la festa di chi è lì che sta finendo la sua via.

Dopo diverse ritirate finalmente arrivano due giorni con rischio un po’ più basso di temporali, la voglia di tornare nella Valle dei Sogni è sempre tanta, visto il caldone i lunghi e assolati avvicinamenti verso le Pale di San Lucano non sono così attraenti quindi stavolta è meglio andare all’ombra, Spiz della Lastia, la prima bella paretona che si incontra entrando in valle sul versante dell’Agner.

Dalle pale di San Lucano l’ho guardata spesso e il fatto che il Mass ci avesse tracciato ben cinque vie nuove nonostante l’avvicinamento eterno mi sembrava un buon indizio che la roccia fosse veramente bella, non restava che andare a vedere. Francesco e Albi sono liberi, il gruppo dei “trapanisti” della “Dolce Attesa” è ricostituito, stavolta si va senza l’arma del delitto, solo chiodi e tanta voglia di trovare una bella linea!

Partiamo con calma giovedì sera e dopo un comodo bivacco e un avvicinamento un po’ alternativo alle 9.30 del venerdì ci ritroviamo sulla lunga cengia che attraversa la base della parete dello Spiz. Sopra di noi settecento metri di bellissime placche grigie, individuiamo l’attacco della via Anita e della via di Massarotto del 1992, tra le due c’è spazio e studiamo un linea logica di fessure che dovrebbero portarci sotto il grande tetto mediano. Il tempo è bello, l’ambiente è fantastico con una vista spettacolare sulle Pale dall’altra parte della valle, pronti via, piantiamo un chiodo arancione (regalo dell’amico Lota) come segnavia e parto su per una bella fessurina che ci porta alla base di una placca stile gruviera tagliata da un diedro. Risalgo il diedro arrampicando da buco a buco, bellissimo, poi con un passo delicato in traverso supero a destra un tettino e arrivo alla seconda sosta.

Secondo tiro, diedro a buchi stupendo

Con altri due bei tiri in placca  siamo su una bella cengia alla base di un pilastrino a punta che Francesco risale per un bel diedrino fessurato, quando lo raggiungiamo in sosta il suo “boce finita la festa” mi sorprende, alzo lo sguardo e sopra di noi vedo una gran placca compatta. “Dura proteggersi su di là” penso, però guardando bene ci sono tanti buchetti, se siamo fortunati qualche friend entra, “vai Bocia, dai che passiamo!!”. Francesco parte deciso e trova un’incredibile sequenza di bei buchi per le mani e ottime clessidre per proteggere, il tiro non è facile ma le buone protezioni permettono di andare avanti abbastanza tranquilli e Franz è bravo a trovare la linea giusta e a raggiungere una comoda cengia con un traverso a sinistra, che tiro, non se ne trovano tanti così figurarsi in apertura!!! (E infatti il giorno dopo sfogliando la monografia di Visentini su Massarotto, trovo una foto del Mass sulla stessa placca… allora confronto le relazione della sua via del 1992 e in effetti vedo che proprio quel tiro e quello prima sono in comune, poi loro hanno deviato a destra e noi a sinistra)

Da qui riparto e a sinistra vedo il grande diedro dove passa la Anita, noi rimaniamo sulla nostra linea e risalgo un altro bel diedro che finisce con una fessura bella ostica che ci porta su un’altra cengia. Da qui una pancia liscia ci separa da una bella paretina a buchi che ci porterebbe fuori dalle difficoltà, cerco una soluzione me quei primi tre metri sono proprio duri e se vengo giù casco in cengia, perfetto!!! Alla fine piazzo un buon rosso su un buco in alto a sinistra e riesco a mettere due chiodi su un fessurina e finalmente riesco a fare il passo, ancora quaranta metri su una bella placca a buchi e sbuco sulla crestina che ci porta alla base dello spallone finale. Ci guardiamo intorno e vediamo grossi nuvoloni neri in Marmolada e in Civetta, sopra di noi c’è ancora il sole, dai che per una volta  siamo fortunati. Albi prende il comando e con delle divertenti lunghezze su placche e fessure  finalmente arriviamo in cima, sono le sette di sera e l’atmosfera è surreale, sull’Agner splende il sole con la magia della luce della sera, in Civetta sembra notte fonda e i grandi cumuli stanno venendo verso di noi.

Siamo stanchi ma carichi di adrenalina per questa bella avventura, e per fortuna la discesa sul versante opposto è facile e veloce, raggiunta l’antecima con due doppie siamo sopra una distesa di paravalanghe e sotto di essi troviamo il sentiero che ci porta a malga Agner accompagnati da una pioggerella rinfrescante… oggi la pioggia è quasi piacevole!!

Alla malga una gentile signora nostra conterranea ci offre un buon caffè  e da lì ci rilassiamo sul bel sentiero fino al parcheggio dello Scarpa.

Rimane da decidere il nome e con un paio di birre la fantasia si accende e mi ricordo di aver promesso una via ai miei amici patagonici Siete Venas, “Mente Demente” è una loro canzone e così si chiama la nostra nuova via sullo Spiz della Lastia.