Via “Te lo do io il Ratikon”

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Cima Di Valscura, parete sud
“Te lo do io il Ratikon”

aperta da Gigi dal Pozzo e Maurizio Fontana

400 mt  VIII -/A1

Ripetizione del 28.03.2017

La primavera anche quest’anno non si è fatta attendere, è più dirompente che mai. Alta pressione e caldo alquanto imbarazzante ormai persistono da un po’. Con queste gradevoli condizioni climatiche ,adatte per una scalatina in quota, il pensiero non poteva che andare su quella parete che due anni prima ci aveva regalato la salita in libera della “Che Guevara”. Sì, proprio lei, la bella assolata parete di Val Scura alle pendici del Pizzocco.

Questa volta, cercando di mantenere le buone tradizioni ( viste le ultime vie ripetute da noi), scegliamo di salire una delle quattro vie di Gigi Da Pozzo qui presenti.

Notizie narrano che “Te lo do io il Rakiton” sia una via stranamente ben protetta e visto l’ inizio di stagione decidiamo che potrebbe essere la via che fa al caso nostro.

La giornata fin dalle prime luci si prospetta bene. Diego da metà avvicinamento incalza il ritmo, dice di dover smaltire un po’ di birre ed io nel tentativo di non farmi staccare arranco. Non che io non usi lo stesso carburante, ma le fatiche spese per inseguire questa volta Gianni il giorno prima verso Punta Penia, si fanno sentire.

Con l’ entusiasmo alle stelle e la lingua a terra (almeno io) sbuchiamo sui prati sottostanti Passo Forca. Da qui, infatti, si può scrutare la ”nostra piccola Marmolada”nella sua totalità.

Da una approssimativa relazione recuperata in extremis la sera prima, capiamo che il primo tiro risulta essere tra i più impegnativi.

Arrivati all’attacco, il silenzio prende il sopravvento e i nostri nasi ora sono immancabilmente all’insù. Diego rompe gli indugi dicendo che il tiro è adatto alle mie caratteristiche ed io tra me e me penso che sia un buon modo per dirmi: – mi sa che ora sono proprio cavoli tuoi.-

Nel tentativo di ripassare la patata bollente e scrutando dei chiodi abbastanza ravvicinati, ribatto che la lunghezza sembra essere ben protetta. Vedendo Diego prepararsi per partire, rimango alquanto interdetto, non so se la sua risposta così decisa sia dettata dalla mia capacità persuasiva o dalla sua determinazione, ma poco importa…una tacita felicità pervade su di me.

Tutto fila liscio come l’olio, a parte i primi metri dove le articolazioni ancora fredde scricchiolano un po’ e presto ci troviamo soddisfatti in sosta.

Dietro di noi lasciamo un diedro aperto di ottimo calcare grigio scuro svasato che ci fa pensare alla effettiva tenuta delle suole. Qui, muri che sembrano di cemento ci circondano, il sole ora viene a noi  e l’atmosfera si incendia di colori e contrasti.

Una leggera brezza da nord ci tiene compagnia quel tanto che basta, per non farci arrostire. Tra questa distesa di roccia saliamo per una serie di fessure intervallate da sequenze in placca da capo giro che  ci fanno arrivare sulla innevata vetta.

Felici dell’esordio di stagione ci ritroviamo casualmente con Dimitri e Gerri a Formegan per fare il pieno di carburante, già.. abbiamo appurato che funziona bene o per lo meno porta fortuna. Una via che consigliamo senza ombra di dubbio, grazie ancora agli apritori Gigi e Rizio.

Albi